giovedì 6 luglio 2017

Il tuo bacio non è mai il mio bacio

Il tuo bacio non é
mai il mio bacio
e pur vicini
parliamo due diverse lingue
con diverse radici
con alfabeti lontani.

Il mio viene da Nord
dalle alte sfere
dei pensieri e dell'immaginazione.
Passa per spazi siderali
fende mari oscuri
combatte falde di risentimento.
S'inventa strade
eradica ostacoli
ondeggia su dirupi
d'incertezze e dubbi
per raggiungerti.
Conosce il freddo
-quasi solo il freddo-
e quando ti bacia
parla parole di ghiaccio
-quanto tempo, dice,
prima di arrivare 
a sciogliere quella parola,
conservata come un organo
in attesa di trapianto.

Il tuo bacio
il tuo bacio è tutto adeso alla terra
a sabbie rosse
a balli allegri
a cantilene.
Ha dalla sua le leggi di Darwin
l'istinto, le lotte primordiali
dei leoni, l'aridità dei deserti,
i fruscii della savana.
Ha il sapore delle spezie,
brucia e -pur passando-
resta; a volte cura
come un rituale, 
una formula sciamanica
o un amuleto. 
Ha il ritmo dei tamburi 
di antichi versi 
di iniziati e indovini.
Non conosce la lentezza,
tutto sangue, calore, ardore:
ha l'arco e le frecce
e qualcosa d'impersonale
come una pelle d'animale
messa per mimetizzare.

E così non è mai il mio bacio
il tuo bacio
e baciandoci siamo stranieri
nella terra remota
del corpo dell'Altro:
senza usi, costumi
senza gesti addirittura,
più che muti: soli.
Vaghiamo
con una privazione
in mezzo a un'addizione.
E però un pezzo
d'Africa tra i miei fiordi
un silenzio tra i tuoi tamburi:
capita a volte
semplicemente
di non voler capire.

          Maestro delle Metope: Antipodi