Poi salendo, salendo
s'aprì una finestra di pece
altri dissero ch'era una finestra di pace
ad ogni modo
aveva neri i bordi
e in mezzo bianca
s'aprì una finestra di pece
altri dissero ch'era una finestra di pace
ad ogni modo
aveva neri i bordi
e in mezzo bianca
una cima aguzza
carezzata da una nuvola tonda
così petrolio e neve e aria
fecero a un tratto
uno sguardo sul mondo.
D'improvviso, salendo,
-salendo più in alto-
una finestra
tra la pioggia e i piedi
e in mezzo nulla
-nessun vivente, albero, tramite o volto-
solo pietre e scarpe
e cime aguzze
a assorbire il dono
così materiale del cielo
E l'impermeabile finestra
sospesa a mezz'aria
coi suoi quattro bordi
-pece o pace o madre-
tra un mondo e l'altro
a cullare l'occhio
a restringere il campo
-vertiginoso, troppo grande-
del viaggiatore stanco
così petrolio e neve e aria
fecero a un tratto
uno sguardo sul mondo.
D'improvviso, salendo,
-salendo più in alto-
una finestra
tra la pioggia e i piedi
e in mezzo nulla
-nessun vivente, albero, tramite o volto-
solo pietre e scarpe
e cime aguzze
a assorbire il dono
così materiale del cielo
E l'impermeabile finestra
sospesa a mezz'aria
coi suoi quattro bordi
-pece o pace o madre-
tra un mondo e l'altro
a cullare l'occhio
a restringere il campo
-vertiginoso, troppo grande-
del viaggiatore stanco
dal troppo guardare
Così sotto la finestra,
sta una panchina:
riposa, viaggiatore,
a testa in giù
dopo tanta salita,
i piedi alla finestra
gli occhi alla terra scura,
riposa e non guardare,
il tuo occhio è una finestra
e tu ora la chiudi,
pece o pace o una palpebra
mentre si scioglie un ghiaccio
echeggia un'eco
rotola un sasso
e la finestra non è già più la stessa.
Si alza il viaggiatore
con un fotogramma
tra testa e cuore.
Inforca anima e piccone:
per affacciarci
alla pensilina del mondo,
pece o pace o vita,
alla pensilina del mondo,
pece o pace o vita,
siamo fatti appena.
(manca la foto)
Pregevole e prezioso ologramma intriso di ricercate parole, come sempre in bilico tra malinconia e felicità estrema.
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