Il mio amore era un bambino
non sapeva le parole
e indicava con le dita
-meravigliandosi-
tutte le cose.
Era un bambino
con gli occhi paffuti
con le guance azzurre
e un cielo di capelli
Era rosa, era nuovo
e voleva amare
-capriccioso, presuntuoso-
e voleva amarti
-con le mani, con la bocca
con i piedi-
e voleva nominarti
-con ninnoli, con strenne-
non sapeva le parole
e indicava con le dita
-meravigliandosi-
tutte le cose.
Era un bambino
con gli occhi paffuti
con le guance azzurre
e un cielo di capelli
Era rosa, era nuovo
e voleva amare
-capriccioso, presuntuoso-
e voleva amarti
-con le mani, con la bocca
con i piedi-
e voleva nominarti
-con ninnoli, con strenne-
e, per semplificarsi,
che di questo mondo
ogni cosa facesse il tuo suono.
Perché era un bambino
con occhi paffuti
e voleva mangiare l'amore
succhiarlo di notte
con sette poppate
e poi dormire
succhiarlo di notte
con sette poppate
e poi dormire
tutto pieno di latte
ridendo a crepapelle
della sua pancia tesa
e poi svegliarsi e piangere
perché ancora e ancora
e poi svegliarsi e piangere
perché ancora e ancora
perché mai basta
perché no, perché sì.
Perché era un bambino
con le guance azzurre
tutto cielo
ed era il più bello
-così credeva-
ed era il più bravo
-così pensava-
ed era l'unico
-così s'illudeva-
e voleva amare
superbo, fastidioso
e voleva amarti
Perché era un bambino
con le guance azzurre
tutto cielo
ed era il più bello
-così credeva-
ed era il più bravo
-così pensava-
ed era l'unico
-così s'illudeva-
e voleva amare
superbo, fastidioso
e voleva amarti
volando sulle case e sulle mucche
e sugli abiti di gesso degli adulti
era un quadro di Chagall
e non ti lasciava andare
e ti diceva in note e pianti
e non ti lasciava andare
e ti diceva in note e pianti
ti accordava in mandolini
ti baciava coi tulipani.
Perché era un bambino
rosa, nuovo
venuto dalla cenere
tornato dalla morte.
Il mio amore era un bambino
Il mio amore è un vecchio stanco
sta s'un uscio addormentato
non aspetta
tesse il tempo s'una tela
dice troppo
ma più non rivela.
Non ricorda
e poi è caldo
sta s'un uscio addormentato
non aspetta
tesse il tempo s'una tela
dice troppo
ma più non rivela.
Non ricorda
e poi è caldo
gli fa male a star supino
e la pensione è un poco scarna.
Parla parla
e la pensione è un poco scarna.
Parla parla
con la voce un po' spezzata.
S'accarezza poi una ruga:
su quel solco
anni orsono
ti ha sorriso.
Così adesso tiene il segno
del suo libro,
quel mio amore
che una volta era un bambino.
su quel solco
anni orsono
ti ha sorriso.
Così adesso tiene il segno
del suo libro,
quel mio amore
che una volta era un bambino.