mercoledì 27 luglio 2016

L'amore di qualcuno

L'amore di qualcuno
l'ho visto, indecoroso:
passeggiava sui tetti
parlava coi gatti
usciva dai comignoli.
E ora scomoda le lune
piega in lacrime i salici
fa interferenza nelle linee telefoniche.
Ritarda i tramonti
disfa le valigie
dipana la sabbia.
Dice: "resta".

L'amore di qualcuno 
spegne i lampioni 
le fiaccole
le lampade
sfiata il buio persino
non vuol vedere il suo amore,
l'amore di qualcuno, 
ma evocarlo soltanto
nelle cose che vengono
e in quelle che vanno.

Lo attacca alle nuvole 
-le più piccole nuvole
ruvide all'orizzonte-
lo dice al giallo dei semafori
o lo imbriglia alla decimillesima
goccia di pioggia
di quel temporale forte e nero
o al lembo di stoffa 
di una donna vecchia 
che lo porta lontano.

Lo suona nei valzer 
e nelle mazurche
o nel rombo potente
di un motore notturno.

Lo lascia nell'ultimo bicchiere
prima dell'ebbrezza
o nell'ultima immagine 
prima del sonno
come un orfano dimenticato, 
un funerale ottuso,
l'amore dell'amore di qualcuno.

L'amore di qualcuno 
potrebbe essere anche il mio amore
così tanto, improvvisamente,
reso anonimo,
l'amore di chiunque 
ammiccante sui tetti estivi
sotto grandi ombrelloni
su maestose montagne
in bocca alle capre e ai fiori
e anche al mio amore
che non sa dire il suo amore
e sceglie il pensiero concreto
dei grilli, delle api e dei pollini .

E poi si vergogna
mentre si sporge 
da una rosa troppo banale
-rossa, laccata, fuori stagione-
per chiedere alle cose
che amo di te
qualcosa di molto sciocco:
di staccarsi da te
e venire via con me.