domenica 12 giugno 2016

E certo
ti amerei anche
se -per amarti-
non dovessi scegliere
una volta per tutte
un unico nome
per nominare il mio amore
e così nell'analisi logica
della frase più importante
renderti oggetto
e col lazo delle parole
imprigionarti 
in un elemento o sostanza
sulla tavola periodica
della mia rigorosa grammatica.

A cuor leggero ti amerei
se per amarti non dovessi 
punto per punto
saperti
come cerchio perfetto
e con quella certezza
assicurarmi l'aspro placebo 
contro la morte,
abbandonare il fiore di campo
nato senza nome 
una mattina di troppa pioggia
da ibride combinazioni di pollini e api
-tutto selvatico, che mai più tornerà
con gli stessi petali tondi 
bianchissimi e uno stelo violaceo-
per un rododendro geometrico
o un roseto di spine dette e ridette

Se -per amarti-
non dovessi disegnare un principio
-e una fine-
sulle rotaie troppo svizzere del tempo
mentre io ho piedi trasparenti
sui binari d'una stazione desolata
in bianco e nero stampata
s'una foto di centocinquant'anni fa
dove io ero assente
-e tu eri assente-
eppur ci trovavamo tra la folla
-non so come- pieni di bagagli 
sotto grandi cappelli
con nostalgici fazzoletti 
diretti senza piedi
senza corpo e senza nascita
verso un esodo incerto.
Così adesso io sposto 
ogni minuto di un minuto
l'arrivo del treno in arrivo
-l'amore, il tuo amore-
e rimando ogni ora di un'ora
la partenza del mio esodo incerto
-l'amore, il mio amore-

E faccio in modo di non incontrarti
ti osservo dietro uno specchio
per punire me stessa soltanto
dei limiti delle forme e dei corpi
e ricordarmi che è il mio occhio
stretto tra le sue due palpebre
a cercare di sé sempre e solo il riflesso.

Mi siedo con la tua ombra
nei giorni in cui non c'è il sole
così che aleggi tra ombre più vaste
-di alberi, nuvole, fantasmi- 
che non mi somigli 
-mani, piedi, gambe-
e le racconto storie senza cera
e senza c'era una volta.

Ed è il modo mio d'amarti
che tu mai debba in te cadere
-corpo, anni, storia-
o in me nascosto
nel mio spazio angusto
nel tempo predisposto
nel fiore stereotipato dell'amore
rimanere.


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