-albero, casa, soffitto-
E se dico scotch
matita o riquadro
tu non dubitare:
sempre sto dicendo te
Sempre sto dandoti
altre vite
pronunciandole
in petali, onde e sassi
e da me stessa persino
un po' ne traggo
tratteggiandoti in pelle
occhi e prime rughe
e molto seguiterei a togliermene
pur di nominarti di più
in più cose
fino a fare del mondo
una propaggine di te soltanto
e di te
una propaggine del mondo soltanto
In ogni parola ti cerco
tu che mai resti
così t'impiglio alle antenne
e alle funicolari
per mai perder le tue tracce.
E se dico foglia
straccio o lampada
pensa sempre a quei lattanti
che sanno una lallazione appena
-mam-ma-
e a destra e a manca gli si mostrano
cani, gatti e piccioni.
Così se io dico luce
luna o mora
se inarco le labbra
a dire fumo e binocolo
tu pensa a quel primordiale esercizio
di staccare da te le parole
e metterle in fila ordinate
come formiche operose
per un poco ingannare
l'interlocutore pettegolo
e non fargli sapere
che bauli, cantine, giornali
fiori, pesci e rinoceronti
da te soltanto vengono
in te ritornano.
Così se dico cose
e sulle sillabe indugio
come in un bacio
tu non dubitare:
sempre sto dicendo te.