venerdì 11 settembre 2015

C'è una durezza, in fondo, nelle parole

C'è una durezza
in fondo
nelle parole.
Sarà forse la conformazione
delle lettere
il loro spirito geometrico
di triangoli linee e cerchi perfetti.
O il fatto che
di contrario a tutte le cose,
una volta nate,
mai sfioriscano.

C'è una durezza
in fondo
nella poesia
che una volta schiusa
non sa rovinare
in polvere e resti 
non conosce sconfitta
ti dice di case abbandonate
e mai le abbandona
così tenace sconfigge
con scricchiolii eterni
la perdita.

Le manca quella bellezza
dei vinti
così mai viene consolata.

E vorrei allora scrivere
con segni più morbidi
con giunchi e spezie.

Fossero i versi
steli già soffiati
Non già gli amori eterni
ma carezze di addio
E le labbra un po' sfiatate
screpolate le mani
abbandonate le case
gonfi i fantasmi
ubriachi e vermigli
davanti a un focolare
E incerti i luoghi
senza francobolli
i nomi rimpiazzati 
da iniziali puntate
e che ogni cosa scolorisse
nell'altra
come in un dolce delirio
prima della morte.

Ma c'è questa durezza 
nelle parole
che resta sul foglio

Questa durezza
che anche oggi dice
che non ti posso amare.

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