prima di divenire farfalla.
Sto aggomitolata
in questo mio cuore di bruco
affezionata a tamerici e tarassachi
alla placida lentezza
con cui asciuga il sole
la rugiada
al pericolo del prato
-formichieri e passi e tosaerba-
al fascino del coraggio
-non posso fuggire, ho mille piedi-
alla parte più torta dell'albero
-la radice che apre la terra-
all'anelito del gambo alla corolla
Mi chiudo
in questo mio cuore di bruco
rimando a domani
e domani è la premessa del sonno
E bella è la sera che attende
che striscia silente che sogna
che sussulta tra aspri limoni
-caduti-
tra i succhi dispersi
da frutti aperti
Bello è questo corpo
che s'allunga e s'accorcia
eppure in segreto
per domani cova la bellezza
di una vibratile farfalla.
Domani è il nome del mio amante
che vicino ignaro mi passa
tra pietre fichi e gelsomini
e ancor non mi sospetta
un dì libera e variopinta.
Dormo a cielo aperto
senza baco intorno
tutta esposta
a lasciti di luna
a mostruosi venti
a cerchi d'acqua
a grandi chiome
ai volti lassù troppo alti
assenti.
Cuore di bruco io sono:
non so lasciarti
perciò ti chiamo Domani
e oggi tu mi calpesti.
Ma troppo temo che,
non riconoscendomi,
mi ameresti
quando farfalla,
di viola e giallo dipinta,
appena sfiorandoti
ti sorvolerò altera le ciglia.
Io che ti amavo
dalla terra profonda
col mio cuore di bruco
senza chiedere ali.
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