venerdì 17 aprile 2015

Cuore di bruco

Ma striscio ancora un po'
prima di divenire farfalla.

Sto aggomitolata
in questo mio cuore di bruco 
affezionata a tamerici e tarassachi
alla placida lentezza 
con cui asciuga il sole 
la rugiada
al pericolo del prato
-formichieri e passi e tosaerba-
al fascino del coraggio 
-non posso fuggire, ho mille piedi-
alla parte più torta dell'albero
-la radice che apre la terra-
all'anelito del gambo alla corolla

Mi chiudo
in questo mio cuore di bruco
rimando a domani
e domani è la premessa del sonno
E bella è la sera che attende
che striscia silente che sogna 
che sussulta tra aspri limoni
-caduti- 
tra i succhi dispersi 
da frutti aperti
Bello è questo corpo 
che s'allunga e s'accorcia
eppure in segreto 
per domani cova la bellezza
di una vibratile farfalla.
Domani è il nome del mio amante
che vicino ignaro mi passa 
tra pietre fichi e gelsomini
e ancor non mi sospetta
un dì libera e variopinta.

Dormo a cielo aperto
senza baco intorno
tutta esposta
a lasciti di luna
a mostruosi venti
a cerchi d'acqua
a grandi chiome
ai volti lassù troppo alti
assenti.

Cuore di bruco io sono:
non so lasciarti
perciò ti chiamo Domani
e oggi tu mi calpesti.

Ma troppo temo che,
non riconoscendomi,
mi ameresti
quando farfalla,
di viola e giallo dipinta,
appena sfiorandoti
ti sorvolerò altera le ciglia.

Io che ti amavo 
dalla terra profonda
col mio cuore di bruco
senza chiedere ali.







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