per te vorrei scrivere
una bella poesia
una strada di fuliggine
che albeggi
ad ogni alito di notte
un tempo impiccato
a un orologio appeso al cielo
forse è solo un’insegna rotonda
o forse una luna qualsiasi
solo nero e bianco
su geometrie perfette
e su altre imperfette
rotaie interrotte da un vagito
ché stiamo nascendo
e si fermano i treni
i tuoni
le macchine del caffè
i petali nelle corolle
il fumo dentro i camini
stiamo nascendo
-hai capito?-
perciò non c’è tempo
per scrivere poesie
le lettere soffiano via tutti i segni
le parole non stanno più in fila
sono matte pure loro
- tu-tum tu-tum -
cigola il penultimo freno
e poi anche l’ultimo
rimangono mute
le ultime bocche
impietrite socchiuse
sbarrati gli ultimi occhi
azzurri - stiamo nascendo, ricordi? -
aspettano
aspetta tutto il mondo
-stiamo nascendo-
e forse questo è un presepio
e il bambino è un amore qualunque
- il nostro, il nostro! -
il cielo è la grotta
la rotaia il fieno
e io ho perso la punteggiatura
che è finita nella neve
-bianco e nero-
e lei bianca cade
e mette le virgole e i punti
-ma no, chi li vuole?-
ci pensa il freddo
a cristallizzare tutto
punto per punto
-appunto-
e così stanno a mezzo cielo
e sembrano anche un po’ stelle
tutte bianche
non puntali ma punti
virgole e interrogativi
tutti uguali
ci guardano
hanno tutti gli occhi del mondo
e aspettano
aspettano a cadere
-stai a vedere-
stasera non cade niente
stiamo nascendo, ricordi?